Glossario delle reti da pesca

Balanza (Venez.)
Chiamata anche Bilancia. Rete di forma quadrata, usata nei fiumi Sferzina.
Bragozzo
Tipo di rete a strascico usata in Adriatico. Più piccola della cocchia, viene rimorchiata da una sola barca.
Cocchia
Rete da pesca a strascico usata nell’Adriatico, più grande della Tartana. Il sacco, di forma tubulare mantenuta da cerchi di legno, è lungo da 5 a 6 metri con maglie che vanno restringendosi verso il fondo. Viene trainata da due barche (bragozzi o tartane).
Degagna
Rete lunga e larga, simile al graticcio o alla gradella, viene utilizzata nella pesca di anguille nelle acque basse ed in palude. Giacchio v. Rezzaglio
Lampara
Attrezzo per la pesca notturna.
Mandraga
Rete da pesca per tonni, utilizzata a largo mare sul passo.
Menaida
Rete alla deriva formata da più pezzi quadrati, riuniti in fila in modo da formare un grande rettangolo. Ha maglie di circa cm. 2 di lato, è alta 12-20 m., e viene immersa verticalmente: non dovendo toccare il fondo è fornita di pochi piombi nel lato inferiore e di molti sugheri nel lato superiore. È adoperata per la pesca delle sardine e delle acciughe, in fondali di circa 100 metri.
Nassargius
Rete da pesca usata nella zona di Cagliari. Olanda Rete a tramaglio, lunga circa 12 m. ed alta 1 m., con maglie al minimo di 20 mm. Anche Redét. Oltana Rete di lino a due fili, senza mantello né sacco, larga di maglie, alta intorno a 6 metri, lunga 12, posta 2 o 3 metri nell’acqua e usata per pescare trote.
Oltonazza
Rete da pesca simile all’Oltana ma più corta e più bassa, e di maglie più spesse, realizzata con un filo solo di lino.
Palandara
Rete con la quale si pescano la palamida e altri pesci della famiglia dei tonni: viene calata in senso verticale, fissandone un capo a un punto a terra e portando con una barca l’altro capo al largo. Dopo aver descritto una curva con ritorno al punto di partenza, la barca riporta la rete a terra, per levarne i pesci presi.
Paranza
Rete a strascico usata con le paranze. È formata da un sacco conico lungo m. 20-30, compreso tra due pareti dette “braccia” o “vanne”, lunghe da m. 50 a 120 e terminanti ciascuna con una stazza di legno destinata a tenerle aperte, in modo da fare ala alla bocca della rete in trazione. Alla stazza è unito per davanti un sistema di corde o mazzette di sparto attorcigliate tra loro e convergenti ciascuna a un grosso cavo di canapa, lungo da 800 a 1000 metri, con il quale la rete è rimorchiata. Il sacco in pesca draga il fondo con la parte inferiore, mentre la parte superiore è tenuta sollevata da sugheri. Con esso si catturano i pesci di fondo, i quali, impauriti per l’intorbidimento dell’acqua causato dallo strisciamento delle mazzette sul fondo, si sollevano e, mentre tentano di fuggire, incontrano le bande che li convogliano verso la bocca della rete avanzante. La paranza è manovrata da due barche accoppiate che possono essere oltre alle paranze, anche tartane, bragozzi, ecc. La manovra è diretta dalla barca di sopra vento.
Racchetta
Rete simile alla sciabica, ma più piccola.
Ragastina
Rete di circuizione, o rete a spane di tipo derivato dalla lampara. Si adopera nel Golfo di Catania accoppiata a lampada elettrica sommersa. La “spane” si differenzia dal sacco della rete a strascico, oltre che per la mancanza delle rete superiore, anche per il fatto che le braccia, anziché attaccarsi lateralmente, si attaccano al margine della parte inferiore della spane. Margine che si presenta libero soltanto per un tratto minimo posto tra le due inserzioni delle braccia.
Ragno a vela
Fortissima ed ampia rete a strascico azionata, nel Mediterraneo, da due paranze.
Raioli
Rete di posta che si usa in quattro mesi dell’anno nei luoghi detti montani, ove i pesci depositano le uova. Si usa in tutto il Golfo di Napoli.
Redazza
Rete da battuta per la pesca in acqua dolce nelle province di Milano e di Pavia.
Rezza
v. Tramaglio.
Rezzaglio (livornese)
Giacchio. Rete a cono rovescio con il vivagno attaccato alla circonferenza da un cerchio di botte e con un buco in basso dal quale si fanno entrare le anguille nei vivai, senza che queste possano fuggire.
Sciabica
Rete a strascico da calare nelle piccole profondità, poco lontano da terra, che consta di un sacco e di due braccia sul tipo della paranza. Il capo libero di ogni braccio è affidato a una sbarra di legno ai cui estremi è legata la fune. Lungo la fune di tratto in tratto vi è un barile vuoto che serve come segnale. Le ali si suddividono in parti differenti per la grandezza delle maglie. I margini delle pareti e del sacco sono muniti, quello superiore di galleggianti di sughero e quello inferiore di piombi. La sciabica è trainata da coppie di barche, ma può anche essere tirata da terra, fissandone un’estremità a un punto della costa, distendendola circolarmente con una barca e portando a terra l’altra estremità, con la quale ne viene eseguito il recupero.
Sfogliara
Rete a strascico d’alto mare di forma conica, tenuta aperta da un’asta trasversale galleggiante, mentre la parte inferiore formante la bocca è guarnita di piombi. Si usa per la pesca delle sfoglie.
Sibiello
Piccola rete circolare a fondo chiuso, con il lembo superiore legato a un anello fissato a un manico lungo di legno o di canna.
Strambuchina
Per la pesca in acqua dolce nella provincia di Brescia. Misura minima della maglia mm. 20.
Strusa
Rete a strascico con lunghezza massima m. 50, altezza massima m. 2, misura minima della maglia mm. 30; munita al fondo di piombi fusiformi. Anche Bottera.
Tarantella
Rete da fondo facile da manovrare, poco costosa e a doppio tramaglio per la cattura delle varie specie di pesci vicini alla costa. È calata la sera e salpata il mattino presto. Si compra già pronta o si fa montare sulla lima, cioè sulla corda di sostegno munita di piombi da una parte e di sugheri dall’altra, appese al popone ai fianchi. La maglia alta 1 ½ – 2 metri viene dunque sospesa dal popone e accorciata così di circa 1/3 della sua altezza, in modo che quando il pesce inceppa nell’ostacolo, si forma un sacco che lo impiglia.
Tartana
v. Cocchia
Terebara
Rete tremagliata delle dimensioni di m. 40-50, per un’altezza di circa m. 2. Le pareti esterne hanno maglie di mm. 300 circa di lato, mentre, in quella mediana le maglie non superano i mm.30 di lato. In pesca si uniscono parecchie reti così da formare una tesa lunga parecchie centinaia di metri. La terebara è adoperata nelle ore notturne, dai pescatori del Quarnero, in tutti i mesi dell’anno per la pesca della boga, delle triglie, della spigola, dell’orata, ecc.
Tonnara
V. descrizione.
Tramaglio
Triplice rete costituita da una rete mediana a maglie sottili di mm. 12 e di due esterne a maglia molto più rada di cm. 7-8, che ha grande estensione in lunghezza e piccola in altezza. Si tende verticalmente a fondo, per mezzo di piombi guarniti al lato inferiore e di sugheri al lato superiore. Il pesce, se piccolo, investendo la maglia della rete di mezzo vi resta preso; se grosso, urtando in essa porta la rete fitta attraverso il vuoto di qualche maglia della rete più rada e vi resta preso come in una borsa. Il tramaglio è perciò una rete da insacco. Il tramaglio si stende tra gli scogli, tenendolo aperto dal punto dove passa la barca. I pescatori battono forte le mani e i pesci così spinti avanti vanno a incappare nella rete.
Trambochina
Strambuchina.
Vangaiuola
Rete quadra. Aperta è larga circa due braccia e ai cui lati sta appiccata una canna, o altra mazza leggera, arrivando solamente la rete fino alla metà della lunghezza delle canne; al rimanente d’esse si tiene le mani, posando la punta delle canne nell’acqua quando si vuol pescare.
Zecca
Rete a maglia semplice, come il pigarolo, alta un metro e lunga 24, toccante il fondo, per carpioni, barbi ed altri pesci simili.
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Tipologie di reti da pesca

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Reti da pesca: glossario

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